ATTIVITA' SESSUALE
Attività sessuale del portatore di stomia
La possibilità di una compromissione sessuale sia per gli uomini che per le donne dopo un intervento di stomia dipende dalla natura dell'intervento e dal conseguente danno a nervi e tessuti coinvolti. Offrire un consulto pre e post operatorio sia al paziente che al partner risulterà molto efficace; ove necessario, in seguito, occorrerà effettuare un programma educativo-psicologico.
Con le scoperte di più efficaci terapie registratesi negli ultimi 25/30 anni, il tempo di sopravvivenza dei pazienti sta aumentando notevolmente per molti tipi di neoplasie.
L'attenzione relativa “a questi effetti benefici” è stata focalizzata sui risultati ottenuti non più nella quantità ma nella qualità della vita dei pazienti, facendo rivestire un ruolo importante ai problemi della disfunzione sessuale risultante dal trattamento chirurgico o medico.
Nel campo oncologico si studiano, infatti, terapie sempre più raffinate per ridurre la morbilità sessuale pur mantenendo inalterata la terapia medica.
Lo sviluppo di nuove tecniche chirurgiche nel mondo oncologico ha lo scopo di preservare le terminazioni nervose per garantire una più accorta funzionalità d’organo.
La funzionalità sessuale è un processo complesso che può essere destabilizzato da un ampio insiemi di fattori, sia fisiologici che psicologici. Tutto ciò fa sì che la riabilitazione sessuale nel paziente portatore di stomia dovrebbe tendere ad un potenziamento delle possibilità dell’individuo tramite un adeguato programma su base:
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Psicologica, ove si effettua un programma educativo in correlazione con la patologia;
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Clinica, ove si provvederà ad utilizzare un trattamento in campo medico, chirurgico e fisioterapico atto a migliorare la funzione sessuale. Ovviamente differisce a seconda del sesso.
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Medico-Farmacologica: terapia sostitutiva ormonale (vale per entrambi i sessi), iniezione intravenosa, insegnando al paziente ad auto-somministrarsi le dosi.
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Chirurgica, con l’inserimento di protesi peniene, stimolatrici della radice sacrale anteriore, plastica nella donna.
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Fisioterapica, esercizi dello scavo pelvico “nella donna”, pompa nell’uomo.
Perché la riabilitazione al paziente portatore di stomia?
La ragione è che ha il diritto di essere informato. Una corretta informazione deve essere forte, semplice e sentita.
È più facile affrontare ciò che si conosce rispetto a ciò che non si conosce. Inserire il paziente nel processo vuol dire portarlo a trarre beneficio dall’acquisizione di conoscenze, aumentando la cura di sé, riducendo l'ansia, aumentando il concetto e la stima di se stessi, aumentando la soddisfazione per le cure, migliorando il controllo del dolore, riducendo la perdita delle funzioni giornaliere.
Quindi, l’obiettivo è il recupero dell’individuo nel livello più alto possibile nella cura della sua persona:
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aumentando al massimo il grado di indipendenza e di dignità;
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riducendo l’estensione col quale la malattia interferisce con la funzione psico-sociale,
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fisica, educazionale ed economica.
Tra i problemi principali che si oppongono ad una corretta applicazione dei principi di riabilitazione allo stomizzato vi sono:
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quelli legati ad una corretta valutazione funzionale;
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la scarsa familiarità con la figura del riabilitatore;
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la carenza di servizi in tale campo.
Il programma di riabilitazione dovrebbe iniziare al momento della diagnosi e continuare fino a che l’individuo sia in grado di mantenere l’auspicabile livello di indipendenza ed auto-stima.
Il Terapista-stomale non è colui che si occupa unicamente della cura dello stoma o del cambio della sacca, ma è un operatore sanitario specializzato nelle pratiche riabilitative entro e uro-stomali, che, accanto alle capacità tecnico-scientifiche, deve possedere una notevole disponibilità al colloquio ed attitudini psicologiche idonee a fornire una qualificata assistenza di riabilitazione ai portatori di stomia ed agli incontinenti.
Deve pertanto rappresentare per lo stomizzato un tramite tra se stesso e la malattia, tra il nucleo familiare e l’equipe sanitaria, tra la società e l’ambiente di lavoro.
Quindi, il terapista-stomale occupa un ruolo primario nelle quattro funzioni della riabilitazione del portatore di stomia, che sono:
clinico, consulente, educatore, ricercatore.
Queste conoscenze specifiche vengono acquisite attraverso corsi post-base in ambito universitario e proseguono con continui aggiornamenti professionali.